Tekken 3 – Personaggi, mosse e curiosità del picchiaduro leggendario su PS1
Tekken 3 – Il picchiaduro che ha fatto tremare i pollici e la PlayStation 1
C’erano gli anni '90, quelli veri. Le sale giochi erano templi sacri e le console una rivoluzione in salotto. Tra tutti i giochi che uscivano a raffica su PlayStation 1, ce n’era uno che faceva scattare scintille tra amici, fratelli e cugini durante pomeriggi infiniti: Tekken 3.
Non era solo un picchiaduro, era un’esperienza. Era l’urlo di Hwoarang che ti incitava a non mollare. Era il suono secco del KO, il brivido della combo perfetta con Eddy Gordo. Era vedere un tuo amico sbattere il joystick per la rabbia dopo aver perso 3 match di fila. E tu ridevi, ma anche lui ci rideva sopra. Perché Tekken 3 era passione pura, e ci ha insegnato che perdere, a volte, è solo l’inizio per diventare più forti.
Un roster leggendario
Tekken 3 ci ha regalato uno dei roster più memorabili della storia dei videogiochi. Non solo perché ogni personaggio era unico nel suo stile, ma perché ognuno aveva una sua personalità, una storia, un modo di muoversi e un motivo per combattere.
Jin Kazama, tormentato figlio di Kazuya e Jun, era la perfetta incarnazione del nuovo protagonista. Xiaoyu portava freschezza, Hwoarang lo spirito ribelle, e Eddy Gordo? Beh, Eddy è diventato una leggenda. Quanti giocatori hanno iniziato a giocare "a caso" con lui e sono diventati fortissimi per sbaglio?
Gameplay fluido, tecnico e spettacolare
Il salto qualitativo rispetto a Tekken 2 fu mostruoso. L’introduzione del sidestep (la schivata laterale) rivoluzionò il combattimento, dando ai giocatori più libertà, più strategia, più spettacolo. Ogni colpo sembrava vero, ogni combo ben riuscita dava una scarica di adrenalina.
La velocità dei combattimenti, la risposta dei comandi, le animazioni fluide: Tekken 3 alzò l’asticella per tutti i picchiaduro futuri. Era il gioco che rendeva orgogliosi di avere una PlayStation.
Modalità indimenticabili
- Arcade Mode: la modalità classica, perfetta per sfidare il boss finale e sbloccare i finali dei personaggi
- Tekken Force Mode: un mini-beat ‘em up con ambientazioni laterali e orde di nemici
- Tekken Ball Mode: un’insolita ma divertentissima sfida a “pallavolo da combattimento”
- Time Attack e Survival: per testare riflessi, resistenza e fame di vittoria
Grafica e colonna sonora da brividi
Graficamente, Tekken 3 sfruttava al massimo la PS1: modelli dettagliati, fondali animati, effetti visivi puliti e un design artistico perfettamente bilanciato tra realismo e stile. Ma era la colonna sonora techno-industriale a fare la vera magia: ti pompava dentro mentre combattevi, ti caricava, ti faceva entrare nella “modalità battaglia”.
Curiosità e record
- Ha venduto oltre 8 milioni di copie nel mondo, diventando uno dei giochi PS1 più venduti
- La versione arcade utilizzava il System 12 di Namco, poi adattato magistralmente su console
- Molti lo considerano ancora oggi il miglior Tekken di sempre, nonostante la serie sia arrivata fino a Tekken 8
Una parte dell’infanzia, un pezzo di cuore
Chi ha vissuto Tekken 3 sa di cosa parlo. Quei pomeriggi con gli amici, quei tornei improvvisati in salotto, quelle urla per una combo o per una vittoria epica. Non era solo un gioco: era un rituale, un ricordo, un legame.
In un’epoca dove i giochi erano su CD e non serviva una connessione per divertirsi, Tekken 3 rappresentava tutto ciò che oggi chiameremmo “golden age” del gaming. Un titolo che ha lasciato un segno profondo nella cultura pop, e che ancora oggi, a distanza di decenni, è capace di far battere il cuore di chi lo ha amato.
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Se sei cresciuto negli anni ’90, Tekken 3 non è solo un gioco: è un ricordo, una sfida, un pezzo della tua infanzia.
Forse lo giocavi dopo scuola con gli amici, o magari ancora oggi conservi quel CD graffiato come un tesoro.
Qui su RetroLegend, celebriamo quei momenti indimenticabili, quei titoli che hanno reso unica un’intera generazione di videogiocatori.
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